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gallo bernardino coop nero

DOMODOSSOLA- 26-09-2016- Dopo l'esito positivo del referendum ticinese

sulla precedenza nella assunzioni, a parità di requisiti, a Svizzeri anziché a stranieri, interviene, a sprono dei politici locali e delle organizzazioni frontalieri, per il comitato Sos Ossola, Cuso, Verbano Bernardino Gallo: “Il recentissimo referendum nel canton Ticino- spiega Gallo- sostanzialmente contro i lavoratori stranieri che, come frontalieri e non solo, sono in assoluto gli italiani, crediamo che debba preoccuparci non poco e non solo per i frontalieri e le loro famiglie in se, ma per la notevole ricaduta economica nei nostri territori e la messa in discussione del libero mercato e circolazione dei lavoratori, oltre che diritti di questi. I numeri sono tra i 62.000 e i 65.000 dei quali circa 5.500 nel Vco, Ossola compresa. Vero che questo referendum non è Legge e gli accordi sul tema, sia tra stati sia con l'unione Europea sono di competenza dello stato federale svizzero. Vero anche che la partecipazione è stata del 45% e di questi i favorevoli 58%, pari al 26% dei votanti, ciononostante riteniamo che siano necessarie una serie di iniziative unitarie e incisive da parte dei lavoratori e loro rappresentanze e, soprattutto delle istituzioni: Governo, Parlamentari, regione Piemonte, provincia Vco e comuni, per l'Ossola a partire da Domodossola, per la verità assente alla riunione ultima al circolo del Badulerio del 16 settembre del gruppo frontalieri ossolani. Il governo si faccia sentire su questo tema anche intervenendo sull'accordo nuovo che si sta portando avanti con la Confederazione Svizzera sui frontalieri. La regione, a partire dal governatore Chiamparino, si svegli e si muova in sintonia con il suo omologo della Lombardia. Sino ad ora è stata fatta solo qualche "marchetta" di propaganda nel verbano. La provincia e le unioni dei comuni facciano il loro dovere e si impegnino a fondo al di la della propaganda. Si svegli Pizzi con iniziative che aggreghino gli altri comuni, sia figura super partes nelle unioni dell'Ossola. La crisi che morde moltissimo nel nostro territorio, spesso più che altrove in particolare in Ossola, si aggraverebbe notevolmente con un regresso del reddito netto e tasso occupazionale dei frontalieri. I gruppi organizzati dei frontalieri, a partire da quello nato di recente in Ossola, attivino iniziative insieme ai sindacati. I frontalieri, partecipino maggiormente alle iniziative sul territorio e non solo. Facciamo attenzione che questa grida manzoniana che è il referendum non diventi il sasso che produce una frana o una valanga. Se uniti i frontalieri italiani che lavorano in Ticino e altri residenti, sono circa il 25%. A parte quelli che lavorano presso aziende italiane, sono un bel numero che potrebbero mettere in crisi l'intero Ticino, cosa che non auspico”.