NOVARA-25-01-2018 - Si è chiuso con
un’assoluzione il processo a carico di N. K. I, nigeriano di 44 anni, residente in città, finito in aula con l’accusa di rapina per un episodio accaduto in viale Dante nel maggio del 2012. L’uomo, recentemente, è stato condannato a Torino a 10 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso, perché secondo investigatori ed inquirenti, avrebbe ricoperto un ruolo di spicco nella Maphite, organizzazione nigeriana, smantellata nel corso dell’operazione Athenaeum, portata a termine nel settembre del 2016 da carabinieri e polizia municipale di Torino. Il “novarese” era stato arrestato nel corso di quella operazione nella sua abitazione di viale Dante. Per quanto riguarda i fatti per i quali è finito invece a processo a Novara, per i quali è stato assolto, ad accusarlo era stato un suo connazionale, che aveva poi sporto denuncia a Brescia qualche giorno dopo i presunti fatti, e che ascoltato in aula, aveva raccontato che lo avevano accompagnato in un cortile e lì, mentre uno lo teneva fermo, un altro gli aveva spaccato una bottiglia in testa, e poi lo avevano rapinato del portafogli che conteneva 50 euro, del cellulare e di una collanina. Quel giorno di maggio, in viale Dante, sotto all’abitazione del nigeriano, c’era stato un po’ di movimento, lo ha confermato in aula anche una teste, connazionale dell’imputato e residente nello stesso palazzo. “C’erano un po’ di persone che litigavano davanti a un bar, poi due si sono picchiati ma lui non era in strada; era in casa con sua moglie, è sceso dopo”. E lui stesso, in aula, aveva sostenuto di essere arrivato “quando tutto era finito”. Lo stesso pubblico ministero, per il quale “il quadro probatorio è confuso”, aveva chiesto l’assoluzione.