NOVARA-03-05-2018- Era stata una collega
di lavoro a notare segni e lividi e l’aveva convinta a rivolgersi al pronto soccorso e poi, una volta venuta a conoscenza della storia, a sporgere denuncia contro il marito. Non era caduta dalle scale, non aveva inciampato, era stata picchiata dall’uomo, di nazionalità ghanese, che aveva conosciuto tanti anni prima e che, dopo un lungo periodo di convivenza, aveva sposato e che ora è a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Si erano conosciuti nel 1993 e l’anno successivo avevano iniziato la convivenza e in quell’anno, stando a quanto ha denunciato la donna, erano iniziate le botte. “Mi ha sempre picchiata” aveva infatti raccontato, “succedeva sempre dopo qualche discussione”. Ma poi la situazione era decisamente peggiorata quando, otto anni dopo l’inizio della loro convivenza, con loro era andata ad abitare anche la figlia che lui aveva avuto da un precedente matrimonio con una sua connazionale. Un rapporto forse complicato quello tra la donna e la ragazzina, all’epoca dei fatti appena adolescente, costellato da discussioni e rimproveri ai quali seguivano litigi tra marito e moglie, al culmine dei quali lui la picchiava. Quel giorno d’autunno di sette anni fa era accaduto esattamente così: la donna aveva avuto un battibecco con la ragazzina e lui si era accanito su di lei: calci alla schiena e schiaffi al volto, e quando lei era caduta a terra, lui non si era fermato; aveva continuato a colpirla con calci alla testa e infine le aveva tirato addosso anche una sedia. Lei, come già accaduto tante altre volte in passato, aveva subito in silenzio e il giorno dopo era andata al lavoro dove però una collega si era accorta che qualcosa non andava e l’aveva accompagnata al pronto soccorso. In realtà in ospedale, nel corso degli anni, la donna ci era già andata un paio di volte ma non aveva mai trovato il coraggio di raccontare quel che da anni lei subiva in quella casa. E insieme alle botte anche gli insulti, le minacce, anche di morte, e la violenza sessuale: lui, aveva raccontato la donna, la costringeva ad avere rapporti; la picchiava e lei, per paura di altre botte, sottostava a quelle violenze. L’uomo, ascoltato in aula, ha respinto tutte le accuse, negando qualsiasi responsabilità. Si torna in aula a giugno.