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v banca assemblea dic 15
MONTEBELLUNA – 24.12.2015 – Via da Veneto Banca

entro il 7 gennaio. È questa la data ultima per quei soci “dissenzienti” che vogliono recedere dall’istituto di credito da poco trasformato in spa. Ieri al Registro delle imprese di Treviso è stata depositata la deliberazione assembleare che dà il via alla procedura, un obbligo di legge che fin dal suo annuncio è stata accolta con rabbia e proteste perché fissa a 7,3 euro il valore di ogni singola azione. Un valore che molto difficilmente sarà corrisposto e che, comunque, è dell’80% inferiore al prezzo di acquisto.

Il diritto di recesso è una norma garantita dal codice civile. È riservato a quegli azionisti che non hanno votato la trasformazione in spa (assenti compresi) e che vogliono lasciare la società. Per farlo l’istituto stesso potrebbe liquidarli, ma poiché non ha risorse a disposizione, prudenzialmente il cda ha deliberato di “limitare in tutto e senza limiti di tempo, il diritto al rimborso con fondi propri”. L’unica speranza di ricevere qualcosa è legata alla domanda e, in parte, alla “scommessa” che alcuni azionisti attuali potrebbero proporre. Le azioni “restituite”, infatti, sono messe a disposizione di chi già è socio e vorrà sottoscrivere in opzione l’aumento di capitale, ipotizzando che il futuro della banca sia più roseo e il valore delle proprie azioni possa tornare a salire. Il rimborso avverrà in toto o in modo proporzionale, a seconda della discrepanza di domanda e offerta. Se, per ipotesi, recederanno 1.000 soci con 1.000 azioni e ne venissero acquistate in opzione tutte e 1.000, il rimborso di 7,3 euro sarà pieno. Se su 1.000 ne venissero piazzate 100, la banca utilizzerà i fondi raccolti per liquidare “metodologie di riparto che assicurino la parità di trattamento a tutti gli azionisti”. Per l’esercizio dell’opzione dell’aumento di capitale saranno dati 30 giorni di tempo dalla comunicazione d’avvio.

Sempre ieri, intanto, è stato costituito il Consorzio di garanzia per l’aumento di captale da 1 miliardo di euro e la quotazione in borsa. Il Consorzio è guidato da Banca Imi e composto da “10 primarie istituzioni finanziarie nazionali e internazionali”.