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rindi 20 febb 2016
VERBANIA – 20.02.2016 – L’appuntamento è

per lunedì mattina a Verbania. Dal sostituto procuratore della Repubblica Gianluca Periani i genitori di Paolo Rindi, il ventenne studente varesino scomparso ormai da 20 giorni in Val Grande, riceveranno gli ultimi aggiornamenti sulle indagini. Ufficialmente gli inquirenti non hanno prove concrete sufficienti per suffragare la tesi che il giovane abbia lasciato la Val Grande e si trovi chissà dove, come si augurano amici e parenti. L’ultima notizia, però, ha riacceso le speranze della famiglia. A diffonderla la pagina Facebook creata dagli amici dello studente di filosofia varesino. Nel gruppo “Dov’è Paolo Rindi?” è comparso un post in cui si dà conto dell’avvistamento che sarebbe avvenuto a Rozzano domenica mattina. Nelle primissime ore del giorno una coppia di fidanzati s’è recata in un bar per fare colazione, notando un giovane con abiti mimetici e un berretto (l’abbigliamento che indossava quando è scomparso) che dormiva sotto la pensilina del bus. Al ritorno il ragazzo li ha avvicinati chiedendogli dove si trovasse e come dovesse fare per recarsi a Milano. Secondo la coppia quel ragazzo sarebbe Paolo. Mentre si procede con i controlli e prosegue il tam-tam su social network e su tutti i principali media, la famiglia ha parlato con un esperto che, stante il presunto stato confusionale in cui si troverebbe il giovane, li ha invitati a non contattarlo su Facebook e a non forzarlo nel caso qualcuno lo dovesse avvistare.

Rozzano, così come gli avvistamenti di Roseto degli Abruzzi e Milano, restano al momento delle piste, delle ipotesi. Non è certo che Paolo abbia mai lasciato la Val Grande, dove è stato visto per l’ultima volta il 31 gennaio scorso, al bivacco dell’alpe Pian di Boit. Era una domenica. Il martedì alle 15,30 avrebbe dovuto incontrare la mamma Fiammetta a Cicogna, per tornare a casa dopo un trekking in solitaria di 7 giorni. Per quattro giorni Soccorso alpino, Guardia di finanza, Forestale e vigili del fuoco, con elicotteri, droni, cani molecolari, squadre di sommozzatori e altri mezzi hanno battuto invano la bassa Val Grande.