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contador vb giro
VERBANIA – 19.04.2016 – Il sospetto circola

da qualche anno negli ambienti ciclistici e accuse, più o meno velate, sono state esternate più volte, anche di recente. Ci sono corridori che barano sfruttando micro-motori nascosti nel telaio delle biciclette? A questa domanda nei giorni scorsi ha provato a dare risposta il canale televisivo France Télévisions, che ha mandato in onda il reportage dal titolo “Moteur, ça tourne” (guarda il video completo) in cui per la prima volta vengono mostrati filmati agli infrarossi che denotano strane anomalie termiche in alcuni mezzi. Secondo i reporter d’Oltralpe sono il segno inequivocabile della presenza, nel telaio, di piccoli motori a induzione magnetica che, mossi da una batteria, fanno girare la ruota meccanicamente dando un aiuto extra e un grande vantaggio al corridore nel momento in cui deve scattare, affrontare una salita o a tenere testa all’attacco di un rivale.

Il servizio mostra anche un filmato inedito girato a Verbania il 28 maggio dell’anno scorso, dopo il traguardo della 17esima tappa del Giro d’Italia. Qualche giorno prima ai microfoni di RaiSport l’ex velocista Mario Cipollini aveva parlato apertamente degli improvvisi cambi di bicicletta dello spagnolo – poi vincitore del Giro – in prossimità del traguardo. Quel giorno, a 3 km dall’arrivo, l’Uci – la Federazione internazionale, annuncia un controllo a sorpresa. Contador arriva al traguardo (tra l’altro guadagnando secondi preziosi in classifica sull’italiano Fabio Aru), saluta la moglie, pedala sui rulli per sciogliere i muscoli e cede la bicicletta al meccanico di fiducia, il quale, prima all’aperto dietro il palco e poi sotto un gazebo, armeggia manualmente sui pezzi alla ricerca di qualche anomalia, che non risulta.

Secondo i giornalisti di France Tèlèvisions l’uso del motorino nelle gare è molto probabile, per non dire assodato. La prova sarebbero, appunto, i filmati termici che evidenziano un eccesso di calore in determinate zone del telaio o delle ruote. La tecnologia dei micro-motori a induzione esiste, è testata e si trova anche in commercio. Il fatto che sia sfruttata in corsa per barare – è contro il regolamento – al momento resta un teorema, che si potrebbe confermare o sfatare con la tecnologia. Solo l’uso di uno scanner o di apparecchi tecnologicamente sofisticati può scoprire, se c’è, il trucchetto.