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crematorio vb gen 16
VERBANIA – 23.09.2016 – La notizia ufficiale

è che il Consiglio comunale re-inizierà a discutere dell’esternalizzazione del forno crematorio di Pallanza. La notizia ufficiosa – che nessun rappresentante istituzionale ha divulgato, nemmeno ieri sera a Palazzo Flaim – è che la richiesta per un nuovo project financing c’è già. Gli atti sono stati depositati a maggio dalle stesse aziende che l’avevano fatto l’anno prima quando, su pressione del Pd e nel pieno della campagna referendaria, la giunta Marchionini aveva revocato la delibera che accettava la dichiarazione di interesse per quel progetto, da mettere poi a gara.

Sul piano tecnico e formale la giunta ha sei mesi di tempo per esprimersi e dire sì o no alla proposta del privato. Sul piano politico i tempi li sta affrettando il Partito democratico, che ieri ha portato al Consiglio comunale alcune modifiche alla delibera originaria perché – parole del segretario Nicolò Scalfi – si vogliono mettere alcuni paletti. La posizione della maggioranza consiliare, in sostanza, è semplice: sì all’esternalizzazione ma con un progetto condiviso e precise condizioni, anche economiche, favorevoli al Comune.

È una posizione non del tutto allineata con quella della giunta che, forte del mandato ricevuto con l’esternalizzazione, ha lavorato avendo di fatto carta bianca. Ora però a chiedere un passo indietro è il medesimo partito del sindaco Silvia Marchionini, che cerca di raccogliere adesioni anche tra gli altri gruppi. Non dal Movimento 5 stelle, che s’è visto bocciare tutti i suoi emendamenti tra cui quello sul numero di cremazioni massime consentite e sul possibile spostamento del forno lontano da Sant’Anna. Né da Sinistra Unite di Vladimiro Di Gregorio, ideologicamente contro l’esternalizzazione.

L’unica modifica passata è stata quella di Giorgio Tigano del Fronte nazionale, che obbliga la giunta a soprassedere a ogni atto sino a quando non sarà terminato il confronto in Commissione e con i Quartieri.

Ora il dibattito riparte e, per rispettare i sei mesi cui ha diritto il privato per avere una risposta, deve chiudersi entro un mese e mezzo al massimo, periodo nel quale sindaco e giunta faranno da spettatori aspettando dal Consiglio quegli indirizzi che avrebbe già potuto dare nel settembre 2015, quando fu decisa l’esternalizzazione del crematorio.